Forza Grecia / Massimo Gramellini
Continuo a sentire persone insospettabili che domani sera faranno il
tifo per la Grecia contro la Germania. Il calcio c'entra poco. Anche la
solidarietà per i cugini mediterranei. In Italia - e non solo dalle
parti del Cavalier Grillo, ultima metamorfosi di Berlusconi - sta
montando un pregiudizio antitedesco: alla Germania egoista viene
attribuita la crisi mortale in cui si sta avvitando l'Europa. I più
arrabbiati sono gli anziani, o diversamente giovani, ai quali le recenti
vicende evocano antichi fantasmi. Se parlate con qualcuno di loro, vi
dirà che gli eredi di chi trascinò l'Europa in un conflitto che la
indebolì per sempre dovrebbero sentire una responsabilità speciale,
affatto esaurita. Nel dopoguerra gli americani finanziarono la rinascita
di Paesi lontani, in cui oltretutto erano morti i loro figli. Come
possono i tedeschi non avvertire il dovere morale di promuovere un piano
Marshall per salvare l'Europa? Pensano davvero di riuscire a rimanere
un'isola di benessere nel cuore di un continente in miseria?
Così ragionano i sopravvissuti della seconda guerra mondiale, arrivando a suggerire atti estremi come il boicottaggio dei prodotti tedeschi. Ma anche chi è arrivato in seguito prova un certo disagio nel confrontarsi con gli stereotipi del bavarese medio, che raffigura noi popoli mediterranei come una massa di scansafatiche abbronzati e pieni di debiti, perciò meritevoli di un ridimensionamento che ci costringa a illividire nella tristezza. In realtà il bavarese medio la pensava così già ai tempi di Kohl. Ma Kohl se ne infischiava, perché a differenza di Merkel era uno statista.
Così ragionano i sopravvissuti della seconda guerra mondiale, arrivando a suggerire atti estremi come il boicottaggio dei prodotti tedeschi. Ma anche chi è arrivato in seguito prova un certo disagio nel confrontarsi con gli stereotipi del bavarese medio, che raffigura noi popoli mediterranei come una massa di scansafatiche abbronzati e pieni di debiti, perciò meritevoli di un ridimensionamento che ci costringa a illividire nella tristezza. In realtà il bavarese medio la pensava così già ai tempi di Kohl. Ma Kohl se ne infischiava, perché a differenza di Merkel era uno statista.
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