28/03/12


Corbellerie e menzogne, Monti come Marchionne
Chissà perché questi potenti miliardari, amici di banchieri e poteri forti (o meglio forti essi stessi), non hanno mai pudore nel mostrare tanta arroganza. Monti da Seul ha lanciato il suo editto, come ormai è prassi per i Presidenti del Consiglio procedere ogni volta che si trovano all’estero dinanzi a microfoni e telecamere: “o il Paese è pronto e si adegua oppure vado via”. Cos’è un ricatto, una minaccia? Cos’è, prof. Monti? Lasci perdere lo spread, lasci perdere gli investitori. Parli invece al popolo italiano. Cosa le fa credere che lei sia davvero considerato il salvatore della patria, se non per i meri e bruti rapporti di forza politici e la copertura del Quirinale? Cosa le fa credere che gli italiani accettino ancora come sincere le sue ricette?

Questa stucchevole, odiosa minaccia, per quanto sobriamente pronunciata, ricorda straordinariamente il mantra con cui Marchionne ha massacrato i lavoratori Fiat e la pazienza degli italiani: “la Fiat lascerà l’Italia se non si fa come decido io”.

Dalle prossime ore, gli italiani proveranno dolorosamente la stangata di primavera, cioè gli effetti delle manovre del governo Monti e dei suoi tecnici, e ciò che più infastidisce, oltre alle insostenibili e inique misure per i ceti medi e i lavoratori, è l’insipienza ormai ricorrente e conclamata di questo governo di prof. e tecnici. Basta citare qualche esempio.

1) Un ministro del lavoro che in conferenza stampa afferma con orgoglio che la sua riforma estenderà il principio di nullità del licenziamento discriminatorio anche alle imprese con meno di 15 dipendenti o è in malafede o ignora l’essenziale disciplina vigente in materia da oltre 15 anni. In entrambi i casi, dinanzi a una simile ed eclatante dimostrazione di malafede o ignoranza, è lecito chiedersi quali siano i presupposti per i quali la signora Fornero resti ineffabile al suo posto.

2) Un governo che per far cassa giunge, o non si avvede di giungere, a considerare come seconda casa il ricovero negli ospizi per anziani applicando così l’innalzamento dell’Imu, mi provoca un qualche imbarazzo;

3) sempre in materia di Imu, un governo, il cui capo assicura di aver distribuito equamente i sacrifici, elabora invece un meccanismo per cui l’imposta colpirà maggiormente chi ha redditi meno elevati, mi provoca tali moti di ripugnanza che decine di confezioni di malox non attenuerebbero;

4) un governo che continua, insieme alla Bce di Mario Draghi, a far regali a banche e finanzieri come il ripristino delle commissioni per i prestiti, è fonte non della lotta, ma dell’odio di classe.

In tutti questi casi, se devo essere costretto dal più falso e insolente sistema di informazione esistente a considerare tale governo come il governo dei prof. e dei tecnici, beh, francamente, mi sia concessa almeno la presunzione di sentirmi, essendo anch’io un prof. (o un tecnico, come vorrebbe la propaganda di regime), un po’ Pico della Mirandola.

E dunque se Monti vorrà rendere concreta la minaccia e andar via davvero, credo che non piangerà proprio nessuno (a parte la Fornero): certamente non i lavoratori, non i pensionati, non gli studenti e neppure gli insegnanti, non i precari o i disoccupati. Nessuno, proprio nessuno… o forse sì, qualcuno sì. Piangerà! Piangerà un vecchio. Quel vecchio che sull’ermo colle risiede (ancor per poco!), e che sempre più vecchio e solo perderà il suo amato prof., accorgendosi giorno dopo giorno di non essere neppure amato dal suo popolo. (Orazio Licandro - Il Fatto Quotidiano)

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