Berlusconi, le tasse e la facile demagogia
Che la manovra Monti alzi le tasse è fuor di dubbio. Ma che l’ex
maggioranza di destra e il suo stesso leader gridino oggi allo scandalo
ventilando rivolte fiscali un giorno sì e uno no, è semplicemente
paradossale. La pressione fiscale è costantemente aumentata durante il
governo Berlusconi fino al 45 per cento del Pil, come ha recentemente
confermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. In
particolare, come era ampiamente prevedibile, l’esordio del federalismo
fiscale si è tradotto in una nuova dolorosa sventagliata di tasse
locali. E non è tutto, perché prima della scorsa
estate il ministro Tremonti ha compiuto il suo capolavoro: aumentare
ancora il peso del fisco scaricandone la responsabilità sui successivi
governi, cioè facendo scattare le nuove tasse a scoppio ritardato. Così è
stato messo in conto un taglio in due tranche di tutte le detrazioni e
deduzioni tributarie, che avrebbe elevato a regime (cioè nel 2014)
l’onere fiscale del 20%. Manovra che poi nel corso dell’estate è stata
anticipata di un anno. Il problema è che tra le agevolazioni tagliate
non c’erano solo sconti più o meno ingiustificati, come quelli sulle
spese veterinarie o sul costo delle palestre. C’erano le detrazioni per
carichi familiari, le detrazioni per lavoro dipendente nonché
l’esenzione Irpef sulla prima casa.
Insomma l’insieme di quegli sgravi basilari destinati
a dare progressività e quindi equità al nostro sistema fiscale.
Dunque, più tasse per le famiglie con figli, alla faccia dei tanto
sbandierati impegni ad aiutare i nuclei più numerosi. E reintroduzione
dell’Irpef sulla prima casa, ben più dolorosa dell’Ici. Questo è quello
che si accingeva a fare il governo Berlusconi, anzi quello che aveva
già contabilizzato in Finanziaria, impegnandosi anche con Bruxelles.
Una manovra contro i ceti medi e medio-bassi, tanto più scandalosa in
quanto arrivata dopo una serie di regali generosamente offerti ai più
ricchi: condono per gli esportatori di capitali con minimi costi e
garanzia dell’anonimato; taglio delle tasse per i proprietari di
seconde e terze case, grazie alla cedolare secca; Ici esente anche per i
più abbienti. Appena arrivato al governo, Mario Monti ha scardinato
quella manovra contro i ceti medi e, pur aumentando il carico fiscale
generale, lo ha distribuito tassando anche dieci volte di più i
contribuenti più benestanti. Questa è la storia, e sarà bene qualcuno
la ricordi a quanti oggi (speriamo pochi) si lasciano di nuovo aizzare
dalla demagogia di Berlusconi e della Lega. (Marco Ruffolo)
è il governo berlusconi che ci ha portato qui.
RispondiEliminaè come se un chirurgo si debba trovare ad operare un paziente in condizioni disperate, portato in quelle condizioni da un chirurgo precedente che non è stato assolutamente in grado di gestire la salute del paziente. e con che coraggio il chirurgo precedente, che è stato incapace nello svolgimento delle sue incombenze, può ora sollevare critiche.